Il momento in cui diventiamo visibili a noi stesse

Juliette ha 42 anni e un figlio di 13 di nome Judicael. Dal 1994 lavora come animatrice per Mani Tese a Ouagadougou in Burkina Faso, il suo paese di origine. È lei a occuparsi della formazione delle 200 donne degli orti comunitari che Fondazioni for Africa Burkina Faso, in collaborazione con Mani Tese e Slow Food, ha avviato a Loumbila, a pochi chilometri dalla capitale.

“Incontro le donne 3 o 4 volte alla settimana”, racconta Juliette. “Le accompagno e sono al loro fianco durante le lezioni e le attività pratiche che organizziamo con i formatori di Slow Food, come quelle con Moussa presso fattoria Chez Nopoko. Qui le donne imparano le nozioni sulle colture locali, più adatte al clima della zona, a produrre il compost, a nutrire i terreni e a coltivarli secondo i ritmi della natura”.

“Le terre che vengono lasciate alle donne dagli uomini  – continua Juliette – sono quasi sempre le peggiori, quelle più lontane dalla diga e dall’acqua. Per questo con il progetto Fondazioni for Africa, abbiamo messo loro a disposizione una nuova motopompa che riduce la fatica di portare l’acqua ai campi con i secchi”. La motopompa è gestita da un comitato tutto al femminile che si occupa di ogni aspetto, dalla manutenzione ai turni. E lo fa con la cura che le donne sanno mettere in ciò che serve a far crescere la propria famiglia e la comunità.

“Le donne qui – aggiunge Juliette – non sono libere come gli uomini, non hanno la proprietà della Terra ad esempio. E questa attività è molto importante per loro, perché acquisiscono consapevolezza e si trasformano.” Un ruolo importante in questo cambiamento ce l’ha anche lei, Juliette, che nei villaggi di Loumbila, a incontrare le donne, arriva da sola, con la sua motocicletta blu, la sua esperienza, ma anche portando qualcosa che qui è poco conosciuto: la possibilità di fare scelte di vita diverse, anche se donna.

Nata in un villaggio del Burkina Faso, in una famiglia di nove figli, Juliette, infatti, sarebbe dovuta diventare, per volere del padre, la terza moglie di un uomo della Costa D’Avorio. Ma non si è voluta piegare a un destino già scritto ed è scappata. Con lei le donne di Loumbila trovano il coraggio di aprirsi e di raccontarsi, lontano dalle orecchie degli uomini. “I nostri incontri – conclude Juliette – servono ad apprendere competenze, ma sono anche attimi tutti nostri. Sono il momento in cui diventiamo visibili a noi stesse.” Il primo passo di ogni grande cambiamento.