Mille passi cominciano sempre da uno

A Ouagadougou, arrondissement 10, sector 42, c’è un cancello colorato di giallo. Dietro al cancello dal 2006 c’è La Saisonniere, centro fondato e gestito da 50 donne per le donne, che lavora insieme a Fondazioni for Africa Burkina Faso. Una scuola per ragazze, una sartoria, un orto comunitario, un centro di trasformazione dei  prodotti e un ristorante.

“In Africa c’è un proverbio – racconta Sedeho Hemh Sophie, insegnante di Scienze Naturali in pensione, madre di sette figli e presidentessa del centro – dice che mille passi cominciano sempre da uno. Per noi il primo passo è l’autonomia della donna. Senza questo passo, ne siamo certe, nessuno sviluppo è possibile nel nostro Paese”.

E l’istruzione sta davanti tutto. “La scuola è stata la prima attività che abbiamo avviato. Qui le bambine e le ragazze imparano a leggere, scrivere, fare di conto e tutte le materie, dalla storia alla geografia”. Lo racconta Aminata, coordinatrice delle attività scolastiche, ha da poco quarant’anni e un sorriso grande che mette allegria. “Quella invece – continua Aminata indicando l’edificio accanto alle aule – è la sartoria”. Dentro le ragazze più grandi imparano da insegnati esperte i segreti per confezionare vestiti su misura, come tagliare le stoffe, usare la macchina da cucire, creare modelli e abiti. “Sono molte le nostre ragazze che hanno trovato un impiego nel settore. Diverse, negli ultimi anni, hanno aperto e gestiscono atelier di sartoria in città e dato lavoro ad altre donne”, racconta la presidente Sedeho Hemh Sophie. “Guadagnare con il proprio lavoro – continua Madame Sophie – significa molto per le donne, è autonomia economica e dunque la possibilità di avere un futuro, di esserne padrone per poi contribuire a crearlo.”

Futuro, dunque, ma anche sostenibilità, terra e sviluppo. Parole che qui a La Saisonniere sono strettamente legate e si declinano tutte al femminile. Tra le attività del centro sostenute da Fondazioni for Africa, sempre più importante è la gestione dell’orto comunitario, oltre 1000 metri quadrati, subito fuori dalla scuola e dalla sartoria, dove tutto viene creato, prodotto e trasformato secondo i ritmi della natura, nel rispetto dell’ambiente e seguendo i principi di Slow Food. Lattuga, baobab, moringa, pomodori, peperoni, alberi da frutta, … convivono in un giardino verde e rigoglioso di cui le donne ogni giorno si prendono cura. “Il nostro orto è aperto dal lunedì alla domenica, chiunque può venire direttamente qui a comprare i frutti del nostro lavoro. O i prodotti che trasformiamo: succhi di frutti, marmellate, biscotti, come quelli di baobab, i più richiesti. L’eccedenza la vendiamo sul mercato in città”, ci spiega Aminata. E per chi vuole assaggiare sul posto i prodotti cucinati e trasformati in cibo buono, pulito e giusto da Juliette e Mina, le addette alla cucina de La Saisonniere, c’è anche un ristorante.

“Col ricavato dalle attività dell’orto e del ristorante – dice Madame Sophie – sosteniamo la scuola e la sartoria e stiamo avviando un centro per l’accoglienza e il recupero delle ragazze che hanno subito violenza. Ma non solo. Creiamo le basi per diffondere una cultura del cibo, del rispetto della terra e del valore inestimabile della nostra biodiversità”. Chiediamo a Madame Sophie qual è il motore che anima questa splendida esperienza. Risponde: “La passione per quel che facciamo. La consapevolezza che da un futuro migliore per noi donne dipende il futuro dei nostri figli. La relazione che si crea tra di noi.”
Passione. Consapevolezza. Relazione. Tutte parole femminili. Non a caso!